Artrosi
Indubbiamente
la patologia articolare più diffusa
L’artrosi, conosciuta anche come osteoartrite, è una malattia a carattere cronico, che provoca lesioni degenerative a livello della cartilagine articolare. Secondo i dati forniti dalla Società Italiana di Reumatologia, sono oltre 4 milioni gli italiani affetti da tale patologia, con il picco di incidenza che si registra nella fascia tra i 75 ed i 79 anni, mentre le prime avvisaglie della malattia sono, spesso, presenti già a partire dai 40 anni d’età.
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Cause/Fattori
L’insorgenza dell’artrosi è direttamente collegata all’avanzare dell’età: presente nella quasi totalità dei settantenni è senza dubbio la più diffusa fra le patologie articolari e, per una minoranza dei soggetti, fonte di dolori cronici che nei casi più gravi portano all’invalidità del soggetto affetto dalla malattia.
Prima dei 45 anni d’età l’artrosi colpisce principalmente i maschi, mentre oltre questa soglia sono le donne ad essere maggiormente colpite.
Oltre ai fattori genetici ed alle malattie endocrino metaboliche preesistenti, il presentarsi della patologia è correlato a fattori quali sovrappeso ed i micro-traumi continuati e ripetuti, come quelli derivanti da attività agonistiche intense quali calcio, tennis e tuffi.
La comunità scientifica internazionale non ha ancora ben chiaro, invece, se la lesione artrosica primitiva intervenga a carico della cartilagine articolare o dell’epifisi ossea sottostante.
Sintomi
I principali sintomi dell’artrosi sono sicuramente rappresentati dall’insorgenza di dolore a livello dell’articolazione interessata ed una conseguente limitazione funzionale della mobilità della giuntura stessa.
Il dolore articolare, inizialmente non presente a riposo, è particolarmente sensibile al carico meccanico: tende, cioè, a peggiorare sotto sforzo ed all’aumentare del peso che grava sulle articolazioni coinvolte. I dolori dovuti all’artrosi, infatti, tendono ad aumentare durante il giorno a causa della postura eretta, mentre si gode di un certo sollievo nelle ore notturne passate distesi.
Con il progredire della malattia insorgono rigidità articolari, limitazioni funzionali, gonfiore delle giunture e presenza di tumefazioni rigide, dovute all’accumulo di agenti calcificanti. Insorgono, negli stadi più avanzati, i caratteristici crepitii articolari, dovuti allo sfregamento delle estremità ossee non più rivestite dal morbido tessuto cartilagineo, e le ben note deformità articolari.
Diagnosi
A differenza di quanto avviene per larga parte delle malattie in caso di artrosi gli esami di laboratorio non risultano di aiuto per la diagnosi, in quanto i valori clinici del paziente si presenterebbero nella norma. Per diagnosticare l’artrosi lo specialista si affida alla presenza dei sintomi più comuni, quali dolore meccanico, limitazioni funzionali, tumefazioni ossee e crepitii articolari.
Ulteriori conferme possono poi giungere dalla classica radiografia in grado di evidenziare elementi caratteristici sclerosi dell’osso e presenza di calcificazioni rivelatrici. La più sofisticata risonanza magnetica nucleare è invece in grado di rivelare i primi segni delle alterazioni artrosiche già negli stadi precoci della malattia.
Terapia
Purtroppo non esistono farmaci in grado di fermare il decorso degenerativo della patologia e, solitamente, l’approccio farmacologico si basa su iniezioni di corticosteroidi, volte a limitare il processo infiammatorio associato al gonfiore articolare ed a tenere sotto controllo il dolore che insorge nella fase acuta.
A tale approccio viene spesso associata la somministrazione di acido ialuronico, utilizzato per stimolare i processi riparativi del tessuto.
Notevoli benefici al decorso della patologia vengono invece apportati dalle correzioni dello stile di vita: la graduale riduzione del peso corporeo, associata al recupero di una dolce attività fisica ed al controllo delle alterazioni metaboliche quali diabete ed iperuricemia, allevia il carico sulle articolazioni e favorisce il rallentamento del corso dell’artrosi.
Anche la fangoterapia offre notevoli benefici a pazienti con artrosi. Grazie ad un miglioramento del nutrimento delle strutture articolari e le proprietà anti-infiammatorie si ottiene una significativa riduzione del dolore e, a lungo andare, anche un miglioramento oggettivo al controllo radiologico delle strutture articolari coinvolte. La fangoterapia può essere considerata una terapia di “mantenimento”.
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